Emergenza Coronavirus. Seguendo le direttive impartite dal Politecnico di Bari

Sono ventuno, le prime aziende che, seguendo le direttive impartite dal Politecnico di Bari, hanno iniziato la produzione e commercializzazione delle mascherine filtranti, adatte cioè alla popolazione (non personale sanitario) ai sensi dell’art. 16, comma 2, DL n. 18 del 17/03/2020.

Queste sono: Alfatex – Santeramo in Colle (BA); Manifatture Daddato – Barletta (BT); Dalin Italian Atelier – Castellana Grotte (BA); DAVID srl – Molfetta (BA); FLX – Bitonto (BA); Giorgino Company – Barletta (BT); Gordon Confezioni – Cassano delle Murge (BA); MickyFlex – Capurso (BA); Mister Sofà srls – Mottola (TA); New CS Salotti – Gravina in Puglia (BA); PA.AB – Andria (BT); Paola Creazioni – Cassano delle Murge (BA); Reggente – Andria (BT); Estetica e Design – Andria (BT); F&T CONSULTING – Barletta (BT); Leccese sas – Bitonto (BA); Vincenzo Carriero – Mugnano di Napoli (NA); FUNNY LAB SRL – Barletta (BT); ITMODA – Ruvo di Puglia (BA); PFL Moda – Bitonto (BA); Terry Ricami – Nardò (LE).
In totale, si stima una potenziale produzione complessiva giornaliera di circa 300 mila mascherine. A questo elenco, a breve, potrebbero aggiungersi altre aziende che hanno chiesto supporto al Politecnico, con conseguente aumento di produzione.
Per ciò che riguarda la produzione delle mascherine per medici, infermieri e soggetti di primo intervento, FFP2 e FFP3, i tempi sono più lunghi. A differenza di quelle comuni, i produttori devono attenersi a rigorosi canoni produttivi e a certificazioni inderogabili.
In totale sinora, le aziende che hanno contattato il Politecnico sono state oltre 250. Di queste, 160 hanno manifestato l’intenzione a produrre mascherine filtranti. Altre 25 si sono proposte per produrre anche altri articoli.
Il 95% delle aziende che hanno contattato il Poliba sono imprese medio-piccole pugliesi, per la maggior parte operanti nel settore delle confezioni e tessile. Alcune più grandi come Natuzzi, Fas, Igam e Sanigem.
Il 35% di queste ha sede operativa in provincia di Bari, il 30% nella BAT, 20% nelle province di Lecce e Brindisi, il 15% nella provincia di Foggia.
Il restante 5% proviene dalle regioni confinanti: Basilicata, Campania Molise, ma anche Abruzzo, Toscana e Lombardia.
L’iniziativa del Politecnico di Bari, dedicata all’emergenza coronovirus, denominata RIAPRO, riconversione aziendale per la produzione di D.P.I – dispositivi di protezione individuale – (http://www.poliba.it/it/ateneo/riapro-riconversione-aziendale-la-produzione-di-dpi) è coordinata con la Regione Puglia e la Protezione Civile.