Ieri 10 giugno a Roma manifestazione delle emittenti locali italiane per la difesa del pluralismo informativo e la massima occupazione nel settore

Il 10 Giugno, dalle ore 9.00 alle ore 13, si è svolta a Roma davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico (Viale America 201), una grande manifestazione delle Radio e televisioni provenienti da tutta l’Italia per protestare sulle modalità di svolgimento dello switch off televisivo T2 che oscurerà 45 milioni di apparecchi non abilitati con grave caduta di ascolti, pubblicità, fatturato e occupazione.

Alla manifestazione organizzata dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) si sono associati i sindacati Libersind ConfSal e Federlavoro in rappresentanza delle piccole e medie imprese. E’ stato chiesto un incontro con il Ministro Giancarlo Giorgetti e con la sottosegretaria Anna Ascani.

Ha partecipato alla manifestazione anche una delegazione del movimento Autonomi e Partite Iva (Api) per rivendicare diritti e aiuti alle piccole e medie tv locali per i quali i ristori varati in questi mesi dai governi non sono stati sufficienti per affrontare la crisi economica.
“Nel settore delle tv locali lavorano circa seimila persone e in base alle normative vigenti i contributi statali destinati all’editoria vengono suddivisi solo fra le prime cento realtà, lasciando alla crisi il resto delle piccole tv locali la cui importanza in termini di informazione e anche di ruolo sociale per l’Italia è indiscussa”, afferma il coordinatore nazionale Maurizio Bianchi.

“Come movimento Api abbiamo sostenuto la richiesta di un fondo speciale da destinare per l’emergenza covid a queste realtà, affinché si possano tutelare i posti di lavoro. C’è inoltre il tema dello switch off televisivo T2 che renderà inutilizzabili oltre 45 milioni di tv non abilitate, con conseguenze anche qui devastanti sul piano economico che saranno pagate soprattutto dalle piccole tv. Chiediamo al governo di intervenire in fretta per salvaguardare l’informazione territoriale, stanziando fondi ad hoc per la piccola editoria televisiva”, conclude l’esponente del movimento Autonomi e Partite Iva.

Switch off. Il Mise verrà diffidato dall’oscurare i canali delle locali senza un opportuno coordinamento con le Reti nazionali e RAI affinché il passaggio alla nuova tecnologia del T2 avvenga senza traumi di ascolto, disservizi e spese eccessive per le famiglie.

Occupazione. Il settore radio televisivo locale impiega più di 5000 addetti e 700 giornalisti: il 55% è in cassa integrazione per via di un improvvido Regolamento DPR 146/17 che assegna il 95% dei contributi statali a solo 100 emittenti in graduatoria, lasciando sul lastrico il rimanente settore. Viene quindi chiesta una radicale revisione del DPR.

Mobilitazione permanente. Nell’ambito di un documento intitolato Mani Pulite sulla Comunicazione il Presidente della REA Antonio Diomede sostiene che “la manifestazione del 10 giugno 2021 è solo l’inizio di una serie di proteste articolate che si svolgeranno in tutte le Regioni italiane sedi del Mise e di Agcom. La manifestazione verrà in ogni caso ripetuta a Roma il 4 ottobre, allo scopo di riaffermare il rispetto degli articoli 21 e 41 della Costituzione, sulla libertà di pensiero e d’impresa. Due libertà per le quali Peppino Impastato è stato ucciso dalla Mafia Rossa”.