Una croce si è accesa sul campanile dell’Antica Chiesa Madre di Massafra

Strade vuote, processione dei Sacri Misteri sospesa per il secondo anno a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Ma la rinuncia ai tradizionali riti della settimana santa non ferma le iniziative possibili, nonostante le difficoltà. Dalla Venerabile Arciconfraternita del SS. Sacramento, un evento che diventa invito alla preghiera e alla riflessione.

Infatti al tramonto del ieri sera Venerdì Santo, al termine della Santa Messa delle 18una croce si è accesa sul campanile dell’Antica Chiesa Madre.

Come è noto, alla fine del XVI secolo dalla Chiesa Matrice della città al tramonto muoveva la Processione dei Misteri, così denominata dalle statue che riproponevano la storia della Passione del Signore dal Getsemani sino al Calvario.

Le statue erano portate a spalla dai membri incappucciati dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento eccetto quella dell’Addolorata affidata invece alla Consorelle vestite di nero. La troccola – strumento ligneo sormontato da anelli di ferro – scandiva il lento procedere del corteo sacro intervallato altresì da marce funebri eseguite da complessi bandistici locali. La bara di Gesù Morto, scortata dalle autorità cittadine, concludeva la Processione dei Misteri.

«Purtroppo anche quest’anno – spiegano il rettore della Chiesa Madre don Cosimo Damiano Fonseca e il priore dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento Giuseppe Marraffa -, seguendo le istruzioni delle autorità ecclesiastiche, non sarà ancora possibile effettuare la processione del Venerdì Santo.

Per non dimenticare il senso del sacro che accompagna l’epilogo della passione del Signore, al tramonto del sole una grande croce in ferro si auto accenderà sul campanile dell’Antica Chiesa Madre per implorare al Signore la liberazione dalla Pandemia, l’aiuto per gli infermi, la pace per i defunti.

La Rettoria della Chiesa Madre e l’Arciconfraternita del SS. Sacramento invitano tutti gli uomini di buona volontà ad affidare a Dio delle misericordie a tutti coloro che sono nel dolore».